Nel mondo dei videogiochi il concetto di strategia è generalmente associato a esempi ben definiti: è il caso del genere strategico in tempo reale, o RTS dal suo acronimo inglese, che propone al giocatore un approccio dove parte dell’esperienza ludica risiede nell’avere successo seguendo determinate strategie. L’idea della strategia confinata a un determinato genere videoludico, in realtà, è una grossa semplificazione: il mondo del videogioco ha un rapporto con la strategia che si estende ben oltre i generi che comprendono quest’ultima nel gameplay, emergendo quindi come un contesto che praticamente in ogni aspetto valorizza un approccio strategico.
Il legame tra videogioco e strategia, in effetti, è inevitabile conseguenza del più generico rapporto tra il gioco e la strategia, dove il primo è spesso un modo per approcciarsi a un’attività complessa: nel passaggio da gioco a videogioco, quindi, la componente strategica rimane sempre ben presente. Naturalmente, i titoli dove più è valorizzato il pensiero strategico sono quelli che replicano quanto accade nella realtà. È il caso del poker: la sua versione videoludica premia proprio la ricerca di strategie nel poker incoraggiando un approccio ragionato e razionale, in assenza del quale sarà difficilissimo ottenere risultati apprezzabili. In pochi videogiochi come nel poker online l’impulsività e l’emotività si rivelano più svantaggi che vantaggi, valorizzando l’opposto pensiero improntato alla strategia. È anche il caso degli scacchi, che in veste videoludica mantengono inalterate le caratteristiche che ne fanno il gioco strategico per eccellenza, e persino di simulatori sportivi. Anche questi, convertendo in videogioco la realtà, ne ripropongono le componenti strategiche: chi si approcci a un titolo di calcio prestando attenzione a formazione e giocatori, curando quindi la strategia, avrà più possibilità di vittoria rispetto a chi trascuri questi aspetti, così come una corsa motoristica metterà alla prova il videogiocatore anche nell’approccio alla strategia di gara.
La riproposizione di giochi reali non è tuttavia condizione essenziale per valorizzare la strategia, anzi: basti pensare a un qualsiasi shooter in prima o terza persona. La scelta circa la composizione dell’inventario riflette, a ben vedere, un approccio strategico: meglio scontrarsi da lontano o da vicino? Meglio correre verso l’obiettivo nemico o difendere il proprio? Meglio muoversi da soli, affidandosi ai propri riflessi col mouse, o manovrare comunicando con una squadra? Ogni partita comporta domande di questo tipo, la cui risposta muta spesso nell’evolversi del match proprio in virtù delle mutate necessità strategiche. Lo stesso può sottolinearsi in un qualsiasi battle royale: scegliere se scontrarsi fin da subito oppure mantenere un basso profilo nell’attesa che diminuisca il numero di avversari riflette una diversa strategia nell’approccio alla partita, evidenziando ancora una volta la presenza di aspetti strategici in un genere videoludico che potrebbe apparire molto più semplice a prima vista.
Si può anche pensare ai giochi di ruolo, conversione videoludica dei classici con carta e penna: se in questi la scelta strategica risiede spesso nelle probabilità di successo di una scelta, affidate a un lancio di dado, nei videogiochi di genere RPG la stessa crescita del personaggio, sintetizzata in classi o build, è riflesso di un aspetto evidentemente strategico. Scegliere se aumentare la statistica di attacco o quella di intelligenza, per esempio, significa tipicamente scegliere se favorire un approccio più improntato al combattimento corpo a corpo oppure a distanza, evidenziando una precisa scelta strategica del giocatore. Questa componente emerge, a ben vedere, anche in titoli all’apparenza molto più semplici: un ottimo esempio viene dalla serie Pokémon. Esempio eccellente di RPG giapponese, l’essenza del suo gameplay ruota intorno agli scontri tra squadre contrapposte di più Pokémon, confronti che si svolgono a turni e sulla base di reciproche resistenze e debolezze. Un gameplay che, affrontato con particolare enfasi sulla strategia, evidenzia tutta la sua profondità: oggetti, mosse speciali, evoluzioni temporanee e modifiche di stato sono solo alcune componenti a disposizione dei videogiocatori più appassionati che, attraverso le stesse, possono sfruttare un approccio profondamente strategico per avere la meglio sui propri avversari.
Dilungarsi con altri esempi, anche se possibile, non contribuirebbe di sicuro a dimostrare quanto già emerge con chiarezza da quelli già fatti: la strategia, fondamento di alcuni generi videoludici, è in realtà molto più strettamente legata con l’intero mondo del videogioco. Approcci strategici sono rintracciabili in pressoché qualsiasi titolo, dimostrando come sia impossibile pensare al videogioco separandolo da una qualche forma di strategia.